Regista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico
e televisivo italiano. Figlio dell'attore Ugo Tognazzi, comparve ancora bambino
nei due film interpretati dal padre
I mostri (1963) di Dino Risi e
Laviamoci
il cervello (1963) di Ugo Gregoretti. Compiuti gli studi prima in
Inghilterra, poi al DAMS di Bologna, conseguì il diploma all'Istituto di Stato
per la cinematografia. Contemporaneamente iniziò a lavorare come aiuto regista
di suo padre e di registi del calibro di Pupi Avati, Nanny Loy, Luigi Comencini,
Tinto Brass, Sergio Leone. Nei primi anni Ottanta ebbe parti minori in
La
tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci;
Madonna che
silenzio c'è stasera (1982) e
Son contento (1983) di Maurizio Ponzi;
Il petomane (1983) di Pasquale Festa Campanile;
Fatto su misura (1984)
di Francesco Laudadio;
I pompieri (1985) di Neri Parenti;
Colpo di
fulmine (1985) di Marco Risi;
La famiglia (1986) di Ettore Scola.
All’esordio dietro la macchina da presa nel 1989 con
Piccoli equivoci,
fu premiato con il Nastro d'Argento e il David di Donatello come miglior
regista esordiente. Diresse successivamente
Ultrà (1991), di cui fu
anche sceneggiatore e per il quale vinse il David di Donatello e l'Orso
d'Argento al Festival di Berlino;
La scorta (1993), che ottenne il David
di Donatello;
Vite strozzate (1996), sceneggiato da lui, insignito del
premio della critica giovane al Festival di Berlino;
Vittime eccellenti
(1998);
Canone inverso - Making love (1999), sceneggiato e interpretato
da
T. stesso;
I giudici (1999);
Un altro mondo è possibile
(2001), film collettivo sulle manifestazioni di Genova in occasione del G8
realizzato da 33 registi cinematografici;
Io no (2003), diretto insieme
alla compagna Simona Izzo. Parallelamente all'attività di regista, proseguì anche
quella di attore, recitando in:
Caruso Paskoski di padre polacco (1988)
di Francesco Nuti;
Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo;
Maniaci
sentimentali (1993) di Simona Izzo, di cui fu anche produttore;
Il più
bel giorno della mia vita (2001) di Cristina Comencini;
Commedia sexy (2001)
di Claudio Bigagli;
Alla fine della notte (2002) di Salvatore Piscicelli;
In questo mondo di ladri (2004) di Carlo Vanzina;
Fate come noi (2004)
di Francesco Apolloni. Lavorò anche per la televisione, in veste di regista
(
Fernanda, 1988;
Il papa buono, 2003) e di attore (
Qualcosa di
biondo, 1984, di Maurizio Ponzi, con cui vinse il David di Donatello come
migliore attore non protagonista;
La primavera di Michelangelo, 1991,
di Jerry London;
Costanza,
1998, di Gianluigi Calderone;
Tommaso, 2001, di Raffaele Mertes) (n. Milano 1955).